Tra gli anni 1780 e
1796 il Papa Pio VI, Giovannangelo Braschi, fece visita a Terracina
ben 15 volte, in genere nei periodi compresi tra la fine di Aprile e
l’inizio di Maggio. La sua permanenza aveva durata di due/tre
settimane. Solo in due anni mancò all’appuntamento: nel 1782,
quando dovette recarsi a Vienna per cercare di risolvere con
l’Imperatore Giuseppe II la questione della usurpazione
imperiale dei diritti ecclesiastici, e nel 1793 perché
malato.
Le sue visite, non solo formali,
testimoniavano, l’interesse per l’opera di bonifica intrapresa e
l’amore per la città di Terracina a cui cambiò volto e dette un
assetto civile e moderno. ( Il ritratto è di Pompeo Batoni e
risale al 1775 ).
1780 Prima visita.
Il Papa, con il suo seguito,
parte in carrozza da Roma verso le ore 13 del 5 Aprile, pernotta a
Velletri, ospite del cardinale Albani. Riparte da Velletri alle 13
ed arriva a Terracina alle 21 e tre quarti accompagnato anche dal
direttore della bonificazione, Gaetano Rappini che lo ha atteso a
Mesa.
Terracina è illuminata a giorno da 1500 candele di sego e da
centinaia di torce. Un solo cruccio per i Terracinesi: all’interno
delle mura non si è potuto trovare una dimora abbastanza grande e
decorosa per ospitare il Pontefice e la sua corte. ‘E stato scelto
Palazzo Vitelli nel quartiere Cipollata (F. 1), fuori Porta
Maggio, ma formalmente pur dentro le mura dal momento che si è
ricorso al palliativo di spostare la porta d’ingresso da Porta
Maggio all’attuale Porta Romana. Una lapide affissa al lato ovest
di Palazzo Vitelli ricorda l’augusto soggiorno:
PIO.
VI. PONT. MAX.
PROPAGATORI AGRORVM LOCVPLETORI CIVIVM
OPTIMO
PRINCIPI
AD MEMORIAM OPTATISSIMI ADVENTUS
ANNO MDCCLXXX
QVVM HISCHE IN AEDIBVS APRILI MENSE
DIES XIV OSPITATVS EST
DOMVS VITELLORVM
NOBILITATA ET AVCTA
OMNI INDVLGENTIA ET LIBERALITATE
EIVS
Squadroni di cavalleggeri
pattugliano la marina, 48 soldati vegliano lungo le mura. Il papa,
durante i 14 giorni di permanenza a Terracina, fa numerose visite ai
lavori di bonifica, accompagnato dal suo seguito. (F. 2) – Stampa
A. L. Ducros, inc. R. Morghen, 1984 / 85.
1781 Seconda visita. Il 26 Aprile il
Papa parte da Roma alle ore 12 ed
arriva a Terracina alle 23. Ormai bastano poco più di dieci
ore di carrozza per arrivare da Roma a Terracina, comprese le soste
per il cambio dei cavalli. La “nuova” Via Appia sta per essere
migliorata e le stazioni di posta ricostruite (F. 3) come
dimostra questo inedito acquarello di Ducros a Ponte Maggiore.
Durante la visita il Papa concepisce il disegno del Borgo
Pio, il nuovo Canale che da lui prenderà il nome. Da l’incarico a
Gaetano Astolfi di redigere una doppia pianta della Terracina Bassa
(prima e dopo i nuovi lavori). Decide di acquistare per il nipote
Luigi Braschi il vecchio palazzo Tassi e riadattarlo anche in vista
dei suoi futuri soggiorni: spesa iniziale prevista 12 mila scudi.
Approva anche la costruzione dei Magazzini alla Marina.
Il papa riparte per Roma il 10 Maggio.
1782 Pio VI non viene a Terracina: deve
recarsi a Vienna per importanti affari di stato.
1783 Terza visita. Questa visita durò dal 24 Aprile all’8 Maggio. Il Papa si reca a
benedire la nuova chiesa alla Marina, costruita da Nicola Aiello per
il comodo dei marinari. La chiesa fu dedicata a S. Giovanni
Battista, ma di lì a poco assunse il nome di S. Maria in Porto
Salvo. Fu distrutta durante l’ultima guerra (F.
4). Il Papa voleva
istituire una nuova parrocchia per il Borgo Pio, prima che si
costruisse la nuova chiesa che ora si chiama del Salvatore.
Sono stati completati i granai che
sorgevano dove ora si trova il Palazzo delle scalette, (F.
5). Si lavora agli edifici della nuova posta e della dogana, presso Porta
Napoletana.
I Terracinesi fanno sentire le loro
lamentele al Pontefice: molti terreni sono stati sottratti ai
cittadini e dati in affitto a G. Rappini, Tra la Camera Apostolica ed i Terracinesi si apre una lunga vertenza. Questi si vedono
negati alcuni diritti acquisiti sotto Clemente XIII.
1784
Quarta visita. Dal 22
Aprile al 6 Maggio il Papa ritorna a Terracina.
Istituisce la nuova parrocchia alla Marina. Sulla bonifica Pio VI si
mostra insoddisfatto: troppi lavori iniziati contemporaneamente!
Bisogna concentrare gli operai su poche opere, e portarli a termine
prima di iniziarne altri.
Intanto sulla Via Appia viene ripristinato
il servizio di posta in sostituzione di quello sulla Consolare: Il
tratto di strada Cisterna – Terracina risulta molto più breve ed
agevole (F. 6) (F. 7). Ecco
le stazioni di posta a confronto:
-
Via
Consolare:
Cisterna – Sermoneta – Sezze – Casenuove – Piperno –
Maruti – Terracina.
-
Via Appia:
Cisterna – Tor tre Ponti – Bocca di Fiume – Mesa - Ponte
Maggiore – Terracina.
Proprio in questo anno vengono pubblicate le tariffe per il nolo dei
cavalli.
1785
Quinta visita. Qualche
ritardo sulla data consueta: il papa arriva il 9 Maggio. L’Appia
è pattugliata da “miliziotti, atteso il gran numero di
malviventi che infestano le campagne di Roma.
I magazzini del porto sono ormai giunti alla copertura. (F. 8) La Strada Nuova per
Napoli viene inaugurata da corse di cavalli barbari. Lo
spettacolo si ripete
per tre giorni e diventerà una tradizione per le feste negli anni
successive. La sera ci sono concerti dell’Accademia dei Suoni di
recente istituzione.
Mentre popolo ed ospiti si divertono, il papa svolge un intenso
lavoro d’ufficio: le udienze si susseguono fino alle due di notte.
I Padri Domenicani ricevono 300 rubbia (oltre 500 ettari) di
terreno, in cambio si obbligano a costruire chiesa e convento alla
Marina (il progetto del Valadier è del 1794) (F.
9) e a “ mantenere in numero 18 religiosi per provvedere alla cura delle
anime, quanto all’insegnamento delle scienze a vantaggio del
popolo terracinese”.
1786
Sesta visita. Dal 27
Aprile al 10 Maggio. La venuta del Papa in città è l’occasione
per rivedere criticamente il progetto di Gaetano Rappini, C’è un
gran consulto di idrostatici (Dillon, venuto da Napoli, Bonatti,
ferrarese) del banchiere (Gnudi), del tesoriere (Ruffo) e dello
stesso Rappini (F.
10).
Troppe spese e pochi ricavi
inducono la Camera Apostolica a controlli sempre più severi.
Si esperimentano, purtroppo con scarso
successo, nuove culture: cotone, riso, canapa e gelso per
l’allevamento del baco da seta.
Unica nota soddisfacente in questa visita
è il completamento dei magazzini alla Marina. (F. 11)
1787
Settima visita. Dal 28
Aprile al 14 Maggio. Molta delusione provocano le spese crescenti,
le interferenze ed i ritardi. In questo clima crescono gelosie,
sospetti e denunce. Si dice che il Rappini si interessa più della
gestione delle vaste tenute ottenute in affitto che dei lavori di
prosciugamento, più delle fabbriche che del regime delle acque.
Anche la Mola di Mesa (F.
12), di nuova
costruzione e fornita di macchinari di nuova concezione non funziona
affatto.
1788
Ottava visita. Dal 24
Aprile all’8 Maggio. Ormai la città sa organizzare il clima di
festa in onore del sovrano. Ci sono le consuete corse dei barbari,
esibizioni della Accademia dei Suoni ed addobbi grandiosi in
Cattedrale. Purtroppo la fiducia nel pieno successo dei lavori di
bonifica va scemando: C’è una visita quasi segreta a Rio Martino
con l’idrostatico Scipione di Castro: troppi idrostatici avevano
indicato in quel canale la soluzione, il solo Rappini aveva
suggerito un progetto diverso, ma aveva avuto l’accortezza di
presentarlo come frutto dell’intuizione dello stesso Pio VI.
Il 3 Maggio si reca alla chiesa dei Passionisti,
presso il cimitero attuale, e celebra messa nella chiesa ricostruita
su progetto di Camporesi. (F.
13)
Per l’occasione visita il nuovo Camposanto.
1789
Nona visita. Il papa
arriva a Terracina il 30 Aprile. Nel frattempo la
Camera Apostolica ha comprato la tenuta Gabrielli ed
impedisce ai Terracinesi il pascolo su quelle terre. I cittadini
supplicano il Papa di restituire loro l’antico privilegio: si apre
un contenzioso anche sugli effetti retroattivi pretesi dal Gabrielli.
In questo anno muore il Governatore Paltoni ed
al suo posto viene nominato Eleuterio Locatelli. In questo anno
viene ultimato il palazzo della Bonifica che diventa il centro
dirigenziale dei lavori di bonifica. (F.
14)
1790
Decima visita. Fine di
Aprile. Negli anni precedenti il diario del soggiorno dal papa a
Terracina veniva redatto dal Governatore Paltoni, alla sua morte il
compito passa al cassiere della bonificazione Benedetto Paolini.
Questi però è molto stringato: ci riferisce solo sulle frequenti
visite del Pontefice alle tenute di suo nipote Don Luigi Braschi,
del consueto clima di festa nella città e della posa della prima
pietra al complesso di Tor Tre Ponti. (F.
15)
1791
Undicesima visita. L’avaro
cronista accenna solo di sfuggita ad una avvenimento che pur mobilitò
la città: passano per Terracina ed incontrano il Papa il Re e la
Regina di Napoli insieme al Principe ereditario, accolti da salve di
cannone.
Parla anche delle visita agli edifici
dell’albergo e della dogana (F.
16), anche questi fatti
saltare dai Tedeschi in ritirata durante l’ultima guerra. (F. 17)
1792
Dodicesima visita. Il
Papa trova ormai quasi completato l’ex palazzo Tassi, ora Palazzo
Braschi. (F.18) Dalla terrazza ammira
la Strada della Volta.
Visita il nuovo palazzo vescovile e la libreria.
La Camera Apostolica ha acquistato
l’orto della Maddalena (poi Montani, ora Villa Salvini) e vi ha
fatto impiantare un agrumeto.
1793 Per
la seconda volta Pio VI interrompe la consuetudine dei viaggi a
Terracina, quest’anno perché malato ed i medici sconsigliano il
trasferimento.
1794
Tredicesima visita. Per
la prima volta può abitare a Palazzo Braschi, invece che a Palazzo
Vitelli. Visita le numerose fabbriche che stanno sorgendo alla
Marina, specialmente intorno a “Piazza Grande”, già “ Nuova
Piazza”
(F. 19) (ora Piazza
della Repubblica, meglio nota ai Terracinesi come: la piazza
co’ la funtana che piscia pe’ llaria. Questo per polemica
avversione ai tanti cambiamenti di nome che la piazza ha subito in
due secoli di esistenza).
Durante questa visita viene anche
programmata la costruzione dell’acquedotto del “Fico”, ma
l’acqua arriverà a Terracina soltanto nel 1808, per i noti
avvenimenti storici legati alla occupazione francese.
1795
Quattordicesima visita. Questa
visita è stata immortalata dal noto quadro di J. Ph. Hackert,
conservato nel museo di Salzburg. Il 14 Maggio , festa
dell’Ascensione, il Papa impartisce dalla loggia di Palazzo
Braschi la solenne benedizione al popolo ed alle truppe schierate. A
destra del trono, su di un palco ci sono gli invitati di riguardo,
tra cui, il principe Augusto d’Inghilterra, il senatore di Roma,
l’ambasciatore di Malta, il futuro cardinale Consalvi e numerosi
vescovi. (F. 20)
La marina pontificia, nel porto, spara
salve di cannone a cui rispondono le salve dei cannoni del
castello.
Il papa tratta solo affari urgenti: la
situazione internazionale sta precipitando.
1796
Quindicesima ed ultima visita. Il
Papa giunto il 9 Maggio a Terracina deve ritornare precipitosamente
a Roma il 19: il Piemonte e la Lombardia sono stati invasi dai
Francesi. Il papa verrà fatto prigioniero e morirà esule a
Valenza, in Francia,
tre anni dopo (il 29 Agosto 1799). Anche Gaetano Rappini muore per
un colpo apoplettico, ancor prima del papa: il 26 Maggio del
’96.
Il
9 Agosto del 1798 Terracina fu saccheggiata dai Francesi,
come riporta l’iscrizione del negozio Galante vicino all’arco
dell’Assunta (F. 21).
Si chiudeva così per Terracina un periodo
di rinascita urbanistica e civile: un periodo di grandi speranze
alimentate dal Papa illuminista, innamorato di Terracina. Nella sala
dove si riunisce la giunta, si conserva il busto marmoreo di Pio VI,
attribuito al Canova. (F. 22)
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