Sulla via del grand tour
 

Santa Brigida di Svezia 1303 - 1373

Nella piccola abside, compresa tra il coro e la sacrestia della Cattedrale di Terracina, lavori di ripulitura dell’intonaco annerito e deteriorato portarono alla luce anni fa lo strato sottostante occupato da un affresco abbastanza ben conservato, almeno nella porzione visibile.
Inspiegabilmente il lavoro di ripulitura che, dopo quella scoperta, avrebbe dovuto far auspicare un più attento lavoro di restauro, è stato sospeso e quasi dimenticato.
Eppure, la fattura dell’opera, la delicatezza dei colori e delle linee, l’impostazione della figura, appaiono di notevole valore artistico.
L’interesse della scoperta, però, non si limita all’indubbio valore formale dell’opera, ma viene integrato dalla storicità del soggetto, confermato dall’iscrizione coeva alla figura che riporta : “Beata Brigida”.
“Beata”, appunto, e non ancora “Santa”

 

  

Si tratta, naturalmente, di Brigida, patrona della Svezia, nata ad Uppland nel 1303 e morta a Roma nel 1373, di ritorno da un pellegrinaggio in Terrasanta.
Volendo datare l’opera,  pur se in modo ovvio e semplicistico, saremmo indotti a collocarla nel periodo compreso tra gli anni 1379 ( anno del processo di canonizzazione iniziato da papa Urbano VI ) ed il 1391 (quando Brigida fu proclamata Santa da Bonifacio IX).
Riconoscere l’autore appare più complesso, ma probabilmente bisogna ricercarlo tra la fitta schiera di pittori operanti a fine  ‘400  anche ad Alatri e Anagni.

Nata nel 1303 dalla nobile famiglia svedese dei Folkungar fu miracolata ancor prima della nascita.
Sua madre ritornava da Kildare dove s’era recata in pellegrinaggio alla tomba di Santa Brigida d’Irlanda ( 457 – 525 ) quando, in prossimità della costa svedese fece naufragio. Fu portata in salvo da Erik, fratello del re. Durante la notte successiva, la visione di una figura splendente le rivelò che era stata salvata in virtù della bambina che recava in seno.

Quando la bambina nacque ebbe il nome di Brigida, Brighitta o Britte che significa splendente, radiosa, come la santa  irlandese che la mamma aveva visitato in pellegrinaggio e che le era apparsa in visione.

Brigida, ancora giovanissima, sposò on giurista, Ulf Gudmarsson, da cui ebbe otto figli, tra cui Caterina di Svezia, anche lei santa.
La sua vita coincise, in gran parte, con il periodo in cui la sede pontificia fu posta ad Avignone (Cattività Avignonese, 1309 – 1376) e, ancor prima di Caterina da Siena, sollecitò i papi a far ritorno a Roma. Si deve anche alla sua insistenza, se il periodo giubilare dell’Anno Santo fu portato da 100 a 50 anni (in seguito acquistò la cadenza di 25 anni).
Nel 1344, alla morte del marito, si ritirò nel monastero di Alvastra e fondò, a sua volta, il monastero di Valdstena, dell’ordine del SS.Salvatore la cui regola si ispira a quella di Sant’Agostino. Più tardi, circa 70 monasteri, detti “Brigidini”, sorsero in Europa del nord ed in Italia: erano monasteri doppi, ma in essi vigeva una netta separazione tra uomini e donne.
In contrasto con il re, che spesso rimproverava nei suoi scritti visionari (“Revelationes” , dettati in gotico e scritti in latino), nel 1849 abbandonò la Svezia e venne a Roma dove vi giunse nel 1350 per l’Anno Santo.
La vita di Brigida fu segnata da continui pellegrinaggi: a cominciare da quello in Irlanda, ancora nel seno materno, all’ultimo in Terrasanta nel 1372, al ritorno del quale morì a Roma nell’anno successivo. Ancor vivo il marito, nel 1742, per celebrare i 25 anni di matrimonio, si era recata a Compostela.
A Roma forniva assistenza ai pellegrini svedesi e spesso li accompagnava anche ad Assisi, ad Ortona, a San Michele Arcangelo sul Gargano, a Napoli, a Salerno.
A proposito di Napoli si ricorda il grande fascino che la sua santità esercitò sulla regina Giovanna I d’Angiò, fascino che, purtroppo, era di breve durata, perché non appena Brigida si allontanava da lei, la regina tornava alle sue tresche amorose ed ai suoi intrighi di potere.
Ma Brigida fu anche a Terracina?
Non conosciamo documenti che ce lo provino espressamente, ma nei suoi frequenti viaggi da Roma verso il sud, non solo non è da escludere che sia passata per Terracina, ma è quasi certo che vi abbia fatto, quanto meno, sosta. In quei tempi, ad esempio, il monastero di Monte Sant’Angelo era passato dai Benedettini alle Clarisse, al cui ordine Brigida fu particolarmente vicina (alla sua morte, nel 1373, prima che il suo corpo fosse traslato in Svezia, fu sepolta nel monastero delle Clarisse in Panisperna a Roma). Quindi una tappa nella nostra città ed una visita a Monte Sant’Angelo era quasi d’obbligo.
Il suo culto si diffuse nel sud d’Italia, dove veniva recitata “l’orazione di santa Brigida”  nelle situazioni difficili ed in punto di morte.
Ancora una nota riguardo all’iconografia dell’affresco di Terracina. La rappresentazione appare del tutto congruente con le altre che hanno per soggetto la beata/santa.

Anche a Terracina viene ritratto un libro aperto e la mano protesa a sfogliarlo o a scriverlo, certo per ricordare quelle “Revelationes” che tanto avevano influenzato le corti europee ed i suoi contemporanei. La chiesa ricorda la santa il giorno 8 di Ottobre.